Informatica e Big Data. Quando le macchine possono aggiustarsi in autonomia.

Il fenomeno dell’IoT (Internet of Things) è ormai sotto gli occhi di tutti, anche se risulta molto discreto, a tal punto da passare quasi inosservato. Riguarda la connessione alla Rete di oggetti d’uso comune, quali TV, frigoriferi, automobili ecc. Macchine, appunto. La possibilità di avere dispositivi sempre collegati a un network di periferiche e centraline di controllo è un sicuro alleato per la sicurezza di chi le usa. Pensiamo ai box forniti dalle compagnie assicurative e che vengono installati nelle vetture. Essi dialogano con una centrale, trasmettendo informazioni come: velocità del veicolo, profilo di guida del conducente, eventuali incidenti e altre ancora. In quest’ultimo caso, proprio attraverso la connessione (satellitare) con la centrale, l’apparecchio provvede a chiamare il numero per le emergenze.

La tecnologia per la sicurezza, con i Big Data.

Al centro di questa connessione continua in Rete stanno proprio i Big Data. Si tratta di una raccolta di dati assai estesa, in termini di volume, velocità e varietà, per la cui interpretazione utile occorrono sistemi di analisi precisi. Questa elevata mole di dati, una volta interpretata, viene processata da un algoritmo. Si tratta di una formula matematica o di un processo statistico, strutturati per conferire senso, e quindi utilità, all’insieme dei dati raccolti.

Ad esempio, con i mezzi di trasporto. Se un’auto registra valori anomali nell’usura di un componente, lo segnala, attraverso una sonda dedicata, alla centrale del mezzo, la quale analizza il valore registrato e lo confronta con altri rilevamenti. Il tutto sempre condotto con la massima velocità. Da lì, in caso di confronto positivo, il veicolo non restituisce alcun allarme. Invece, in caso di esito negativo, il veicolo, attraverso un’interfaccia (sempre più grafica), informa il conducente che è necessario effettuare un intervento.

FormadHoc: anche i velivoli sono interessati dalla manutenzione predittiva.

La manutenzione predittiva è sempre più una realtà, grazie all’interpretazione sempre più precisa dei Big Data.

La manutenzione predittiva con i Big Data.

Oggi, grazie all’estensione sempre più massiccia dei Big Data, questa analisi costante è talmente efficace da consentire quella che viene chiamata manutenzione predittiva. Sembra fantascienza. Ad esempio, con i mezzi aerei questa rivoluzione è già iniziata da un pezzo. Significa poter sapere quale pezzo e fra quanto tempo potrebbe subire avarie. Un apporto determinante per la sicurezza dei viaggiatori, un risparmio sui costi di manutenzione e quindi prezzi più vantaggiosi praticati dalle compagnie di volo. Non solo, un’altra applicazione positiva di questa nuova manutenzione si registra con i macchinari della logistica. L’intero ciclo di consegne, specie di merci urgenti, pericolose o di alto valore, sarà davvero blindato. Nessuna falla, perché “vista” con anticipo dal sistema. Quindi, custodia e distribuzione dei prodotti saranno molto più affidabili. Malgrado ciò, nessun sistema informatico può dirsi sicuro al 100%, eppure la manutenzione predittiva consente di fare un gran bel passo in avanti.

Quindi, l’informatica e le tecnologie di rete hanno sempre scopi precisi, anche se sembrano passare inosservati. I Big Data sono proprio il nuovo main stream esplorativo, sono sempre più impiegati e sempre più diffusi, a beneficio di milioni di consumatori, viaggiatori, pazienti. Vale la pena, per le aziende, orientarsi verso sistemi digitali di gestione dei propri affari, non solo in termini di business, ma di sicurezza e di ottimizzazione. Perché questo, nel futuro che già viviamo, farà sempre più la differenza, competitiva.

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