L’intelligenza artificiale a servizio delle imprese.

Le ragioni che spingono a parlare molto di IA, Intelligenza Artificiale (oppure AI, Artificial Intelligence), in questo periodo, sono molteplici. Ormai l’intero comparto produttivo si sta orientando verso l’automazione dei processi, a ogni livello. Dalla gestione dei magazzini al supply chain, fino alle decisioni prese interamente dalle macchine. Sembra un paradosso, eppure i quadri dirigenti delle aziende, in effetti, si affidano sempre più al responso dei supercomputer, capaci di analizzare una grande mole di dati, in breve tempo, impensabile per un cervello fatto di neuroni invece che di silicio. Piani finanziari, gestione dell’investment risk, campagne di marketing, bastano per dimostrare il salto quantico che l’Intelligenza Artificiale fa compiere all’umanità. Non più solo soggetto della cinematografia di fantascienza, l’IA è ormai un percorso piuttosto concreto.

Le sorgenti dell’Intelligenza Artificiale.

Il primo lavoro di ricerca risale al 1943: gli scienziati Warren McCulloch e Walter Pitt misero a punto la prima rete neurale. Solo dalla fine degli Anni Cinquanta si può in realtà parlare di consolidamento degli studi di AI. Infatti, in quegli anni, il matematico inglese Alan Turing fissò l’assunto fondamentale: un computer può comportarsi come un essere umano. Si tratta di uno slancio culturale non certo indifferente: il computer passa dal ruolo di macchina, dipendente, a soggetto, indipendente. Ma sarà soltanto il matematico americano John McCarthy, nel 1956, a coniare il termine Artificial Intelligence.

Le reti di neuroni quale base per la costituzione dei sistemi di Intelligenza Artificiale.

Alla base dei sistemi di Intelligenza Artificiale si trovano le reti neuronali.

I concetti dell’Intelligenza Artificiale.

Lo scenario di questa ultima decina di anni è assai evoluto perché si sono assai evoluti gli ingredienti dell’informatica. Basta solo pensare ai processori attuali che annoverano diversi core per gestire più processi contemporaneamente. Il soggetto-macchina beneficia conseguentemente di più binari di pensiero. Riesce a fare di più, meglio e in meno tempo. Ne discendono consolle evolute, usate per il gaming, insieme a computer che pensano e agiscono in maniera sempre più complessa.

L’idea alla base dell’Intelligenza Artificiale ha un fondamento preciso. Ogni computer deve sempre più aderire, nel suo funzionamento, al cervello umano, a tal punto che questo rappresenta un autentico termine di paragone per valutare l’efficacia dei sistemi di AI. Una vera scienza. L’Intelligenza Artificiale può definirsi come la disciplina che indaga metodi e strumenti, sia hardware sia software, preposti alla risoluzione di problemi oppure a eseguire attività tipiche dell’intelligenza umana.

In particolare, vi sono due specie di Intelligenza Artificiale:
IA debole (o weak AI), presenta sistemi che possono simulare alcuni apparti cognitivi dell’uomo, senza tuttavia poterne eguagliare le capacità intellettive.
IA forte (o strong AI), sistemi capaci di diventare sapienti e incredibilmente coscienti di se stessi. Questo fa ritenere a molti scienziati che le macchine, un giorno, potranno agire in completa autonomia.

Perché l’Intelligenza Artificiale è così importante oggi?

Le big company del digitale si contendono start-up e professori specializzati nell’intelligenza artificiale perché comprendono che investirci significa guadagnare mercato. Come? Posizionandosi come leader per una certa innovativa nicchia di servizi. Dettando appunto il mercato, in tensione monopolistica (dalla prospettiva del know-how).

Sicurezza e privacy sono governate dai sistemi di Intelligenza Artificiale.

I sistemi di Intelligenza Artificiale servono a gestire anche la sicurezza e la privacy delle persone.

L’ambito in cui le applicazioni di IA sono in crescita esponenziale è oltre una nicchia: il marketing. Centrale risulta essere la capacità di saper gestire l’interazione con la clientela, da sempre vero motore del marketing, anche B2B. L’importanza di poter prevedere, velocemente ed efficacemente, il comportamento di acquisto dei consumatori non ha prezzo, nell’ottica degli investitori, tale è il ritorno potenziale atteso. Basta pensare inoltre a tutti gli assistenti vocali/virtuali (ad es. Siri di Apple o Cortana di Microsoft) che usano sistemi di IA per riconoscere non solo la voce, ma i sentimenti di chi parla con essi.

Vi sono anche altri ambiti in cui i sistemi di IA sono monitorati costantemente. Il risk management perché poter prevenire le frodi significa mettere al sicuro una più o meno grande fetta del proprio fatturato. Nell’ottica del perfezionamento produttivo, i sistemi di IA sono centrali per la razionalizzazione della catena di approvvigionamento e distribuzione delle imprese (supply chain). Tutti i processi vengono semplificati e allo stesso tempo integrati con altre funzioni aziendali, ad esempio proprio il marketing.

Inoltre, grazie all’intelligenza artificiale, vengono ottimizzati i servizi di assistenza alla persona. È sufficiente pensare agli assistenti virtuali nelle sale operatorie e nei centri di primo soccorso per comprenderne l’indispensabilità. L’ultima nicchia in cui i sistemi di IA sono ormai irrinunciabili è la pubblica sicurezza. Di concerto con sensori e apparati di IoT (Internet of Things), è dunque possibile prevenire e gestire i crimini in luoghi pubblici, quali stazioni e aeroporti.

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