Gli applicativi per la Business Intelligence.

I corsi di Business Intelligence organizzati da FormadHoc a Erba, Lomazzo, online.

Gli applicativi di Business Intelligence (BI) consentono supporto decisionale ai manager, per questo essi sono strategici.

CONOSCERE LA BUSINESS INTELLIGENCE.

La definizione di Business Intelligence (BI) racchiude elementi come i processi necessari per la raccolta dei dati, le tecnologie finalizzate a implementare tali processi e, naturalmente, la gestione analitica degli stessi dati. Si tratta di una nuova disciplina? Solo in apparenza. Il concetto di BI venne introdotto negli Anni Sessanta, con la ricerca di sistemi in grado di offrire supporto decisionale ai manager, un concetto cresciuto e ripreso fino agli Anni Ottanta, quando ha trovato un’ampia diffusione. Per fare BI occorre utilizzare degli applicativi, concretamente dei software che consentono la trasformazione in grandi quantità dei dati, sia strutturati sia destrutturati, in informazioni strategiche per l’attività dell’azienda. Quali sono le fonti di tali dati? Da dove sono acquisiti? Ad esempio da libri, giornali, documenti, cartelle cliniche, immagini, file, messaggi di posta elettronica, video, social media e altre origini aziendali.

Le aree dell’impresa in cui la BI trova maggiore diffusione sono quelle della logistica, della finanza, delle vendite e del customer management. L’obiettivo della BI è individuabile nella fornitura di grafici, statistiche, indicatori, report che risultino di precisa utilità per le figure decisionali nelle imprese. Attraverso l’output prodotto da questi applicativi, ogni manager potrà prendere decisioni più complete e più consapevoli, per promuovere gli affari della realtà in cui opera.

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Quali sono le fonti dei dati? Ad esempio libri, giornali, documenti, cartelle cliniche, immagini, file, messaggi di posta elettronica, video, social media e altre origini aziendali.

BI: QUALI APPLICATIVI UTILIZZARE.

Tutti i processi decisionali dell’impresa possono ricevere supporto dalla BI. In estrema sintesi, uno strumento per la BI acquisisce dati per ricavare informazioni, in via principale attraverso le query di interrogazione. In questa linea, anche un semplice foglio di calcolo MS Excel può diventare, se opportunamente elaborato, un utile strumento di BI. E proprio con i componenti aggiuntivi di Excel è possibile fare un’ottima BI. Ma cosa sono? Si tratta di file aggiuntivi con origini e natura diverse, classificabili in classici (file .xlam e .xla o librerie DLL con estensione .xll), addizionali (molto specifici, come Power Pivot e Power Query) e personalizzati (i più moderni, sviluppati da terze parti).

Inoltre, Microsoft prevede anche un software specifico per fare business intelligence: Power BI. Si tratta di una piattaforma unificata e scalabile per BI, finalizzata per la connessione ai dati e la loro visualizzazione in modalità sia self-service sia aziendale. Power BI è facile da usare ed è anche utile per ricavare informazioni più dettagliate dai dati, molto utile per colmare il divario tra i dati stessi e il processo decisionale. Infine, la pratica della BI passa anche da SQL Server. Perché viene utilizzato? Grazie a esso diventa possibile creare modelli potenti di dati che possono diventare più facilmente comprensibili e analizzabili. E poi, da un unico portale web moderno o da dispositivo mobile, diventa possibile offrire report Power BI, KPI e report impaginati interattivi.

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L’output degli applicativi di BI è rappresentato da grafici, statistiche, indicatori, report che risultino di precisa utilità per le figure decisionali nelle imprese.

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