Piano Industria 4.0: investire in innovazione conviene.

L’obiettivo della legge di bilancio per l’anno 2017 (legge 11 dicembre 2016, n. 232) ha confermato, fra gli altri, un orientamento irrinunciabile: la crescita economica del Paese. Questa tendenza, per fortuna, tende a consolidarsi disposizione dopo disposizione.

Quindi, nell’ambito del Piano Industria 4.0, è stata disposta una serie di agevolazioni fiscali quali i super e gli iperammortamenti, la c.d. Nuova Sabatini e il credito di imposta per le attività di ricerca e sviluppo. A proposito di queste ultime, la legge di bilancio ha provveduto alla revisione del dettato normativo contenuto nell’art. 3 del D.L. 145/2013. In sintesi, il legislatore ha accordato a tutte le imprese che investono in ricerca e sviluppo, fino al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2019, un credito di imposta calcolato applicando il metodo incrementale sull’investimento realizzato in eccedenza, rispetto a quello medio realizzato nei tre periodi di imposta precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2015.

Quindi l’importo del credito di imposta che spetta è calcolato mediante applicazione di una precisa aliquota sulle spese sostenute per strumenti e attrezzature di laboratorio, beni immateriali utilizzati, costi per il personale impiegato in attività di ricerca e per la c.d. ricerca extra-muros.

Piano Industria 4.0, le introduzioni per investire.

Piano Industria 4.0: cambia la ricerca e l’innovazione.

Perché conviene innovare con Piano Industria 4.0.

Il motivo è semplice: le opportunità che si possono creare. In quali termini? Con la sperimentazione, le prove di laboratorio e l’impiego competente e creativo degli strumenti. Insomma, è necessario sapere e saper fare, ma soprattutto saper impiegare. Basta pensare al decreto “Patent box”, che prevede una tassazione agevolata sui redditi derivanti dalle «opere di ingegno, di brevetti industriali, di marchi, di disegni e modelli, nonché di processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili» (fonte: Ministero dello Sviluppo Economico).

Investire in ricerca per lo sviluppo della propria attività costa effettivamente di meno, e questa è di sicuro un’ottima opportunità per crearsi nuovi spazi di mercato. A corollario di questo indirizzo innovativo, da parte del legislatore, si trova la formazione, necessaria per impiegare correttamente le tecnologie di sperimentazione, l’informatica e il digitale. Si tratta di competenze propedeutiche al correttio sostegno dei percorsi di crescita.

Piano Industria 4.0: il nuovo personale per la ricerca.

Le novità per le imprese previste da Piano Industria 4.0.

Quali sono i soggetti e gli investimenti che possono beneficiare di Piano Industria 4.0.

Ogni impresa, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui opera, persino dal regime contabile che viene adottato, ma che effettua degli investimenti in ricerca e sviluppo a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2010.

Gli investimenti che sono ammessi riguardano il personale altamente qualificato che opera nell’attività di ricerca e sviluppo. In particolare, per quest’ultimo, la legge di bilancio per l’anno in corso ha eliminato il requisito del possesso di un titolo di dottore di ricerca, l’iscrizione a un ciclo di dottorato presso un’università italiana o estera, il possesso di una laurea magistrale in discipline di ambito tecnico o scientifico. In altre parole, la ricerca si fa più accessibile e concreta.

Infine, le società che possiedono i requisiti per beneficiare del credito di imposta devono predisporre apposita documentazione contabile, da fare certificare:

  • al soggetto incaricato della revisione legale;
  • al collegio sindacale;
  • a un professionista iscritto nel registro dei revisori legali.

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