Lavoro e automazione, ma solo se razionale.

Un antico sogno, risalente agli albori della Rivoluzione Industriale: le macchine sostituiscono l’uomo, producendo al posto suo. Oggi, grazie alle tecnologie digitali, il passo successivo: possiamo automatizzare i processi produttivi degli impianti, organizzando il lavoro in maniera ancora più specifica. Significa che i macchinari non solo lavorano e trasformano, in poche parole, non sono solo strumenti, ma ripetono gesti, sequenze ordinate, per lunghi cicli. Cosa significa questa, a tutti gli effetti, rivoluzione?

Come si trasforma il lavoro quando si trasformano le fabbriche.

Lavoro e automazione. Le nuove fabbriche, sempre più virtuali e digitali, più leggere e più smart.

Il nuovo sistema di lavoro e automazione.

La pubblicazione del fascicolo di ricerca “Today’s State of Work: At the Breaking Point“, a opera di ServiceNow, società di servizi IT, descrive come la maggior parte delle imprese abbia già compreso e promosso l’introduzione di sistemi avanzati di automazione, indispensabili per far fronte ai crescenti volumi di lavoro. Ma non solo, tali sistemi si rendono necessari per gestire anche l’opposto: le naturali sacche di produttività, i ristagni e il flusso medio.

La ricerca è interessante perché dimostra come l’introduzione di sistemi di automazione dei processi incrementa anche il fatturato e crea nuove opportunità di lavoro, con mansioni a maggiore valore aggiunto. Nel senso comune non sembrerebbe così, eppure la ricerca stessa, appunto, lo dimostra.

Osserva Rodolfo Falcone, Country Manager ServiceNow Italy come «in un mondo di case, macchine e negozi intelligenti, il posto di lavoro non è progredito molto. Ma la svolta verso un’automazione maggiore è vicina e trasformerà il lavoro di tutti i giorni».

I numeri di lavoro e automazione. Perché conviene abbinarli.

Nel 2018, il 40% delle aziende avrà bisogno di incrementare il livello di automazione, finalizzato a gestire il maggiore volume dei processi lavorativi, mentre il 75% delle imprese attribuisce ai dispositivi mobili e all’IoT (Internet of Things) questo sovraccarico. Quasi tutte concordi, al 91%, le aziende ritengono che l’automazione intelligente può aumentare la produttività. Significa sviluppare Intelligenza Artificiale e Machine Learning per alleggerire i percorsi decisionali e rendere più precisi i processi di business.

La ricerca conclude che le aziende europee ad alta automazione hanno possibilità sette volte superiori di vedere aumentare il proprio fatturato del 15% rispetto alle aziende che non scelgono il nuovo assetto. I tre maggiori ostacoli all’adozione dell’automazione sono costituiti da:
• mancanza di risorse;
• resistenza dei dipendenti al cambiamento;
• la preoccupazione per la perdita del lavoro.
Si tratta di un problema noto, superabile, dal punto di vista delle competenze, con una formazione adeguata. Mentre, sul versante, per così dire, spirituale, per dirla con Tom Cheesewright, le macchine non possono sostituire tre abilità che solo gli esseri umani possiedono: l’abilità di curare, creare e comunicare. Vale molto questo assunto perché ripone ancora un volta il futuro dell’evoluzione nelle mani dell’uomo, non della macchina.

In sintesi, la ricerca di ServiceNow conclude con delle indicazioni precise su come gestire il passaggio all’automazione digitale. Identificare le criticità di business, lavorare in team e individuare i settori aziendali che possono essere automatizzati, adottare un atteggiamento di condivisione, scambio e formazione per lo sviluppo di competenze ed esperienze.

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